di Fabio Micera
L’emergenza covid-19 che si è abbattuta sul mondo intero era imprevedibile. Con l'ausilio di tutte le energie disponibili bisogna contrastare questo virus, salvare vite e tornare quanto prima ad una nuova normalità.
di Fabio Micera
L’emergenza covid-19 che si è abbattuta sul mondo intero era imprevedibile. Con l'ausilio di tutte le energie disponibili bisogna contrastare questo virus, salvare vite e tornare quanto prima ad una nuova normalità.
Fatta questa premessa, una volta sconfitto questo virus, ci auguriamo che si riuscirà ad affrontare la “questione artistica” italiana. Non dipende, sia chiaro, dal colore politico, anzi. Sembra che i lavoratori dello spettacolo rappresentino – per chiunque si trovi a decidere – un settore a parte, che si autogestisce e quindi non necessita di regolamentazione e interventi. Abbiamo assistito in questi giorni a manifestazioni dei tecnici dello spettacolo. Nessun segnale è giunto dalle Istituzioni. Fugaci i messaggi di solidarietà. Per fortuna è stato istituito il fondo a “scena unita” per i lavoratori della musica, dello spettacolo e delle loro famiglie, ideato da Fedez e che ha accolto il sostegno di numerosi artisti. Iniziativa nata dall’impulso dei singoli che ha avuto negli organi deputati una sola reazione: il SILENZIO .
In Italia ci sono oltre 200 realtà musicali (scuole/accademie) strutturate (con oltre 40 allievi) che vivono in un limbo burocratico dal quale difficilmente riusciranno ad uscire (fonte rilevamento ISTAT 2019). Esse rappresentano fonte di occupazione per l’intero sistema Italia. Resta inteso che la maggioranza delle stesse non gode di alcun tipo di finanziamento pubblico e svolge la sua attività nel pieno rispetto del significato di “impresa” privata.
Piuttosto che intervenire con fondi una tantum, distribuiti secondo criteri dal dubbio rispetto dei principi di efficacia ed efficienza della PA, è necessario rivedere il concetto di fiscalità nell’attuale scenario fattuale artistico. Rivederla per le realtà musicali private che contribuiscono alla crescita artistica dei nostri territori e per lo sviluppo dei nostri giovani. Da non dimenticare che sono loro, le zone di frontiera della musica, quelle che fanno da cuscinetto e da filtro per i licei musicali e/o i conservatori. Risulta doveroso domandarsi: all’età di 18 anni un allievo varca le soglie di un Conservatorio e fino a quel momento dove si forma? Chi ha l’onere di educarlo e di guidarlo nel percorso di formazione musicale? Quale il sostegno per le loro famiglie? Quale il rapporto scuola/allievo/accademia musicale? Assordante il silenzio atavico già imposto dal D.lgs n.117/2017 (c.d. riforma del terzo settore).
Chi avvia un’impresa è consapevole dell’alea di rischio insita nel significato stesso della parola . Ma quando si ha a che fare con materie che richiedono una disciplina ferrea, è più probabile che l’allievo si stanchi e abbandoni il percorso in anticipo. Per questo non si può considerare la realtà privata musicale, alla stregua di una qualsiasi attività. Durante l’emergenza covid molti allievi hanno preferito sospendere le lezioni, nuove iscrizioni bloccate (ovviamente) per almeno due anni, ma tutte le nostre realtà hanno avuto spese ed utenze che sono regolarmente arrivate. Nessuna sospensione.
Abnormi gli sforzi sostenuti dalle associazioni musicali: sanificazioni, dotazione di DPI, formazione, per ricevere quale risposta istituzionale? Chiusura totale delle attività.
Se nel mese di marzo è stato uno tsunami improvviso, ad ottobre si segnala una totale assenza di programmazione e disorganizzazione. Ma noi rispettiamo le istituzioni e le regole, abbiamo provveduto a trasferire tutte le attività on-line (tratteremo di questo in un altro articolo). Ci chiediamo però, se fosse realmente necessario impedire, con tutte le misure di sicurezza del caso, una lezione individuale. Quali i dati epidemiologici sui quali si sono basate simili decisioni? Chi ha vigilato su tutto questo?
Il covid ha ancora una volta evidenziato che le realtà musicali nelle sue diverse declinazioni (accademie, scuole, associazioni ecc…) stanno in piedi grazie alla totale dedizione dei direttori e degli insegnanti.
Siamo convinti che le iniziative dei singoli e le realtà imprenditoriali possano risollevare il paese ma c’è bisogno di guardare tutti nella stessa direzione. Se tassiamo chi lavora e finanziamo chi non lavora non ne usciremo mai.
Questa è la realtà, il resto è silenzio.
14 comments
Ugo Raimondi
Novembre 17, 2020 at 3:51 pm
Totalmente d’accordo. La realtà artistica italiana merita un’attenzione maggiore!!
Gianfranco Marziano
Novembre 18, 2020 at 8:42 am
Condivido ogni parola, si faccia qualcosa di concreto.
Daniele
Novembre 18, 2020 at 8:52 am
Viviamo in un contesto istituzionale parassitario in cui chi “decide” del tempo e della libertà altrui non è portavoce della volontà e della dignità popolare, bensí il sovrano della disinformazione e del chaos. Quello che scrivi fa profondamente riflettere, perché oltre ad essere un esperienza sensoriale sublime, l’arte in tutte le sue sfaccettature, spesso è anche una dignitosa professione, nonché un percorso professionale per miriadi di giovani. Con te nel restante silenzio.
Alessandra
Novembre 18, 2020 at 2:40 pm
Super d’accordo su tutto l’articolo!!!
Oriana
Novembre 18, 2020 at 2:47 pm
Sono pienamente d’accordo!
Matilde
Novembre 18, 2020 at 2:56 pm
Giusto così.
Sono d’accordo, condivido il
Tutto!
Raffaella
Novembre 18, 2020 at 3:00 pm
Pienamente d’accordo!
cristiana
Novembre 18, 2020 at 3:05 pm
Giustissimo!!!!!
Alessandra
Novembre 18, 2020 at 3:09 pm
Inutile dire, che sono pienamente d’accordo con ogni parola. Purtroppo, viviamo in un paese che non è al fianco dei giovani che cercano di fare impresa, in qualsiasi settore, ma soprattutto in quello artistico e musicale, ci vogliono intraprendenti e poi in ogni decisione veniamo tagliati fuori. Si va avanti, solo con la passione e la tenacia che ognuno di noi possiede.
Forza, forza, diamo voce alla musica ed agli artisti
Luisa
Novembre 18, 2020 at 4:06 pm
Sono d’accordo!!!
Claudia Carmelo
Novembre 18, 2020 at 4:23 pm
Questo articolo descrive pienamente la realtà dei fatti….il problema è lantotale mamcanza delle istituzioni….
Forza e coraggio
Federica
Novembre 18, 2020 at 4:49 pm
Assolutamente d’accordo!
Camilla
Novembre 18, 2020 at 4:59 pm
Assolutamente d’accordo!
Anna paliotti
Novembre 18, 2020 at 5:18 pm
Assolutamente d’accordo
Penso esattamente lo stesso.
Viva la musica , viva l’arte
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