1) STUDIARE UN’ORA AL GIORNO
A chi non è mai capitato di sentirsi dare consigli dalle persone più improbabili?
Possiamo affermare che a tutti i musicisti in erba sia stato suggerito da un amico, persona esperta, o dal cugggino di studiare “un’ora al giorno”. Sebbene non ci siano prove scientifiche che analizzino la quantità di tempo da dedicare allo strumento, beh anche questo è un luogo comune da sfatare. Perché cambia a seconda dimolti fattori: livello di studio, obiettivi, età, capacità. Se parliamo del primo mese di lezione ad esempio, una mezz’ora è più che sufficiente. Se si prepara l’ammissione in Conservatorio ovviamente un’ ora è poco.
2) SE A MIO FIGLIO PIACE, PIACERA’ STUDIARE
Da maestro, ho notato che in alcuni genitori, è radicata la convinzione che lo studio della musica, in quanto attività non obbligatoria, sia tutta piacevole.
Purtroppo anche qui bisogna sfatare un mito: se è vero che la musica trasmette delle emozioni estremamente positive, ed è una fonte inesauribile di stimoli, è anche vero che non tutto quello che si studia è piacevole (a partire dal solfeggio) è quindi comprensibile che talvolta i ragazzi – soprattutto in fase iniziale- abbiano dei momenti di smarrimento. Incoraggiamoli a resistere ed a superare le sfide.
3) LA MUSICA CLASSICA E’ RILASSANTE
Basterebbe ascoltare La cavalcata delle Valchirie per smentire questa affermazione, ma approfondiamola.
Innanzitutto per musica classica, si tende generalmente ad accomunare diversi stili che si sono susseguiti nel corso di SECOLI. Come se, parlando di moda classica, ci riferissimo allo stesso tempo alle toghe dei romani, agli abiti in velluto del periodo rinascimentale ed al frac.
C’è poi da notare che la musica, esprime tutte le sensazioni umane e che quindi potrebbe darsi che si, qualche pezzo trasmetta una certa serenità o sensazione di relax, ma non si può decisamente generalizzare dicendo che questo succede con tutta la musica. Inoltre…ad un ascolto approfondito si noteranno elementi compositivi che tendono a sviluppare un discorso. Insomma, in certa musica, c’è un valore artistico intrinseco molto superiore rispetto a certe musiche di sottofondo che vengono confuse con la musica classica, solo perché prive di parole.
4) GENIO E SREGOLATEZZA
Gli artisti sono tutti pazzi, dormono il giorno e stanno svegli la notte.
Continuiamo noi…compongono guardando la luna, e fanno l’amore ogni giorno con una donna diversa.
Decisamente no. Per arrivare a certi livelli di consapevolezza artistica, c’è bisogno di una disciplina forte che la musica impone, mai con costrizione. Ovviamente ci sono persone e persone. Ognuno sceglie come organizzare la sua giornata. Di sicuro, chi si avvia sul sentiero di questa amante esigente non sarà mai solo, ma difficilmente avrà tanto tempo per dormire tutto il giorno o guardare la luna in attesa di un’ispirazione.
L’idea del musicista strampalato, con i capelli arruffati che compone improvvisamente, è molto romantica, ma…poco reale.
5) LA MUSICA NON SARA’ MAI UN LAVORO
Anche in Italia, fare il musicista è un lavoro.
Come per molte professioni questo momento storico non è favorevole ed inoltre le condizioni fiscali non (perlomeno negli ultimi 20 anni) si sono adeguate alla categoria. Ma con buona pace di chi considera la musica un passatempo, sono sempre più i professionisti che con in tasca una Laurea di Conservatorio, iniziano l’avventuroso e pionieristico (in Italia) cammino della professione. Senza contare chi sceglie l’inserimento nel mondo della scuola, ci sono: maestri, insegnanti, cantanti, strumentisti, direttori, musicologi, accademie, associazioni, arrangiatori, compositori…in Italia.
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